TANZANIA
La sfida del Progetto Kisawasawa è stata lanciata nel 2008. Il gruppo direttivo ha pensato di investire il proprio tempo e le proprie risorse in un grande progetto umanitario, che qualificasse l’immagine del gruppo. Un obiettivo chiaro: raccogliere fondi per sostenere le spese della realizzazione di un ambulatorio medico di primo intervento diagnostico, del valore di 28.000 euro, da destinare alla missione di Kisawasawa, a circa 500 km da Dar er Salama, in Tanzania.
Qui, vi opera il sacerdote africano, padre Benvenuto Mtemahanji, conosciuto a Bergamo, perché adottato da una famiglia di Grumello del Monte. Infatti, padre Benvenuto, nel dicembre 2008, si è presentato nello studio del Dr. Alfredo Finazzi, medico di Grumello del Monte e allora cerimoniere del Lions Val Calepio Val Cavallina, per chiedere un sostegno economico alla sua missione.
Detto, fatto. Raccolte le informazioni necessarie e le esigenze manifestate dal padre tanzaniano, in poco tempo si è deciso di presentare ai soci il “Progetto Kisawasawa”, che rappresentava il primo service, cioè il primo progetto umanitario, del sodalizio, ad appena un anno dalla sua fondazione. Così, in sole due assemblee sociali, è stato definito e strutturato il progetto, costituendo un comitato ad hoc per seguire il “Progetto Kisawasawa”, formato da Alfredo Finazzi, Andrea Bronzieri, Giovanni Benini, Osvaldo Paris, che hanno avuto il compito di coordinare la raccolta dei fondi, che ha visto impegnati tutti i soci del club, nei mesi a cavallo fra il 2008 e il 2009.
Visto poi che la generosità fa parte del DNA del Lions Club Val Calepio Val Cavallina, in poche settimane i 28.000 euro necessari a coprire le spese sono stati raccolti. Un successo, che la dice lunga sulla freschezza delle motivazioni che animano i soci del club, ma soprattutto sulla loro generosità e sul loro spirito umanitario. L’invio del materiale in Tanzania per via aerea è stato realizzato grazie alla disponibilità del socio Paolo Bendinelli, che si è fatto carico di una consegna in piena regola, direttamente sul posto.
L’ambulatorio di primo intervento diagnostico è composto da una minicentrifuga per l’ematocrito, un’autoclave per sterilizzare gli strumenti chirurgici, un otoscopio, uno sfigmomanometro per la prova della pressione, un ecocolodoppler, una stampante, alcuni carrelli e due sonde.
Tutto il materiale è stato consegnato e montato, per la gioia di Benvenuto Mtemahanji, che ha fatto dono al Lions Club di alcuni oggetti dell’artigianato locale e di un sacco di riso. Al ritorno del socio Bendinelli, i soci hanno degustato il riso in una cena sociale, organizzata proprio per conoscere dal vivo, dalle parole del socio Bendinelli, la missione in Africa per la consegna del materiale donato.