Il Progetto 100 Km di Abissi è volto a sostenere l’attività speleologica di diversi gruppi associativi impegnati dal 2009 nell’esplorazione del complesso carsico di Fonteno. Questo vastissimo sistema di grotte nell’altipiano bergamasco, tra il lago di Endine e il lago d’Iseo, è stato scoperto in anni recenti ed è composto da cunicoli e ambienti sotterranei di grande interesse geologico.
Ogni anno, i Lions Valcalepio Val Cavallina incontrano i referenti speleologi per far il punto sull’esplorazione in atto e devolvere nuovi fondi alla causa. Più si avanza nelle gallerie, più ci si rende conto di essere di fronte a un’attività che durerà ancora molti anni prima di scoprire tutti i misteri che si celano nell’altipiano di Fonteno.
A seguire il report delle attività svolte dai gruppi PROGETTO SEBINO e SEBYNICA.
PROGETTO SEBINO

Per spiegare il grande fermento degli ultimi mesi nelle attività di Progetto Sebino e gli ottimi risultati esplorativi che ne sono derivati è necessario fare un passo indietro fino al 2017.
Il 2017 ha sancito un vero e proprio cambio di approccio del sodalizio che, nonostante gli ottimi risultati raggiunti dalla sua fondazione, si era ormai arenato irreversibilmente in una cocciuta e autolimitante aura di autoreferenzialità. Le attività cominciavano ad essere troppo improntate al personalismo e al sensazionalismo spinto, in parte dimenticando quella che era stata l’originaria intuizione di Progetto Sebino e dei suoi fondatori, ovvero quella di creare un progetto di ricerca inclusivo, coinvolgente diverse realtà speleologiche bergamasche e bresciane, puntando sul fatto che è l’unione a fare la forza e che, aumentando la massa critica, i risultati non avrebbero tardato ad arrivare.
I risultati in effetti arrivarono (fondamentale fu anche la fortuna, anche se a qualcuno non piace ammetterlo), con la scoperta del grande complesso e tutto quello che ne è scaturito.
Paradossalmente, l’eccezionalità della scoperta fu anche la causa del progressivo ingolfarsi dell’associazione che, anziché aumentare l’inclusività e le collaborazioni, optò per una politica sicuramente miope, dettata da sciocche gelosie e paura infondate, che la portarono ad una sorta di splendido isolamento che, col tempo, mostrò impietosamente i suoi limiti.
Quindi si sancirono accordi con i Comuni della zona orientati a garantire una sorta di esclusività della ricerca nell’area carsica e si impose un rigido controllo degli accessi nell’abisso con motivazioni talvolta più che opinabili. Questo approccio di fatto isolò Progetto Sebino da tutte le altre realtà speleologiche lombarde, ironia della sorte persino dalle stesse che lo avevano creato: eravamo rimasti soli!
Tale situazione da tempo aveva generato numerose tensioni e mal di pancia interni, per aspetti di natura sia etica che pratica. Mal di pancia che sfociarono così nella decisione, praticamente in extremis, nel 2017, di adottare un cambio di rotta radicale per riportare Progetto Sebino alla sua vocazione originaria, ossia quella di un progetto di ricerca aperto e inclusivo, al fine di cogliere tutte le opportunità che sarebbero derivate dall’adeguato coinvolgimento di “portatori d’interesse” (istituzionali e provenienti dall’ambiente speleologico), con tutto il carico di competenze ed esperienze connessi.
Una delle prime scelte fu quindi quella di informare tutto l’ambiente speleologico e gli enti di queste volontà. Il cambio di paradigma venne concretamente declinato anche con la decisione di invalidare tutti i precedenti accordi e convenzioni formalizzate con i Comuni che avevano lo scopo di “blindare” l’area carsica a favore di Progetto Sebino. Questo approccio non ci rappresentava più, non aveva più alcun senso (sempre che l’avesse mai avuto davvero). Ovviamente il passaggio non fu indolore. Qualcuno non digerì tale scelta e decise di “lasciare”. Per fortuna si trattò di uno sparuto gruppo di soci (4/5 in tutto) e, a distanza di anni – va detto – quasi tutti si sono pentiti di tale decisione e sono tornati sui loro passi, a conferma della bontà delle scelte attuate nell’ormai lontano 2017. Il tempo, come spesso capita, è galantuomo.
Il momento fu però davvero delicato perché, proprio in concomitanza dell’inizio delle attività del progetto “100 km di Abissi”, fu necessario riorganizzarsi con le forze in campo rimaste. Gli impegni assunti nei confronti di Uniacque andavano onorati, rispettando il cronoprogramma che ci si era prefissati.
Per fortuna il clima era però cambiato, era tornato fertile e positivo, si capiva che era stata finalmente voltata pagina.
Ecco quindi che in un solo anno (Agosto 2017-Luglio 2018) si concretizzano ben 40 spedizioni sotterranee dedicate ad attività di riarmo (ovvero di completo riattrezzaggio di vie già note, con sostituzione di ancoraggi, corde, ecc.), ad attività di misurazione delle portate interne, ad operazioni di tracciamento con pernottamenti al campo base interno. Senza contare un significativo impegno sotto il profilo divulgativo e mediatico (si citano in particolare la partecipazione ad un prestigioso convengo organizzato da Uniacque presso la Fiera di Bergamo, un bellissimo doppio servizio con ingresso della troupe nell’abisso per Rainews24 e alcune serate sul territorio). Un anno intensissimo e, perchè negarlo, estremamente divertente.
E’ sempre in quest’anno che si pongono le basi anche per una fattiva ripresa delle collaborazioni con alcuni tra i più importati gruppi speleologici dell’area bergamasca che, rincuorati dal cambio di rotta di Progetto Sebino, vinta l’iniziale legittima diffidenza pian pianino si avvicinano alla nostra “nuova” realtà, apprezzandone lo spirito genuino e la buona fede. Si creano quindi nuove amicizie intergruppo e si cominciano a cogliere i risvolti positivi anche sottoterra, con una frequentazione sempre maggiore dell’abisso da parte di speleologi di altri gruppi.
Nell’anno 2018-2019 si assiste ad una progressiva ripresa delle esplorazioni, intrecciata (e spesso conseguente) ad una intensa attività di riarmo. Le attività previste dal progetto “100 km di Abissi” rendono infatti necessario accedere in molti luoghi remoti dell’abisso, magari visti solo una volta una decina di anni prima, frettolosamente e da uno sparuto gruppo di soci e senza che vi fosse l’occasione di raccogliere una adeguata documentazione fotografica e video. Stiamo parlando di un’attività molto impegnativa: non si tratta solo di sostituire le corde, ma anche tutti gli ancoraggi (mettendone in acciaio inox, di fatto eterni), spesso arrivando a cambiare completamente la linea di progressione; di rendere comodi e il più sicuro possibile certi passaggi, che vengono allargati e dotati di accorgimenti utili a ridurre la fatica ed i rischi. Questa attività si rivela fondamentale ai fini della sicurezza, vista la frequentazione della grotta, in continuo aumento. Ma consente ad un buon numero di speleologi anche di altri gruppi, di prendere confidenza con il complesso, oltre che di raccogliere adeguata documentazione audio e video, indispensabile anche a fini divulgativi. In pratica è un grande investimento che, se apparentemente sottrae tempo ed energie all’esplorazione pura, di fatto ne pone le basi per il futuro. Infatti, rivisitando le diramazioni in fase di riarmo, non mancano le “sorprese”, con nuove potenziali vie da raggiungere mediante risalite o finestre da raggiungere, mai viste prima o di cui si era letteralmente dimenticati. Ovviamente questo crea ulteriore entusiasmo e fermento, attirando nuovi soci più che mai agguerriti e stimolati dal nuovo contesto, in una sorta di circolo virtuoso che si autoalimenta di continuo.
L’anno 2018-2019 si caratterizza anche per il grande impegno (per certi versi persino eccessivo!) sul fronte mediatico-divulgativo. Probabilmente per via dei buoni e inaspettati risultati delle operazioni di tracciamento, si attiva del tutto spontaneamente un tam-tam mediatico che, in una sorta di climax, ci vede coinvolti in servizi al TG1 nazionale, articoli su Eco di Bg, Giornale di Brescia, sulla rivista “Orobie” (che produce anche un bellissimo video documentario che verrà presentato all’Orobie Film Festival dall’allora Presidente di Uniacque Paolo Franco), partecipazione a convegni e serate di fronte anche a prestigiose platee, ecc. ecc. In molti casi l’impegno si traduce in ingressi nella grotta accompagnati dalla troupe, da Sindaci del territorio o rappresentanti istituzionali (come lo stesso Paolo Franco). Si trova anche il tempo di coordinarsi con il Soccorso Alpino e Speleologico Lombardo per la realizzazione di una riuscita esercitazione nell’Abisso Bueno Fonteno, con trasporto di un (finto) ferito imbarellato dai fondi dell’abisso fino all’uscita. Si rivelerà questa per noi di Progetto Sebino un’altra bella esperienza, da cui apprendemmo molto, e che si rivelerà anch’essa propedeutica a nuove collaborazioni. Tutto questo fu un grande impegno, sicuramente piacevole e necessario, che tuttavia sottrasse tempo ad attività puramente speleologiche ed esplorative.
SUPERQUARK
Il culmine di questo vortice mediatico si raggiunge nella Primavera 2019, quando Progetto Sebino viene contattato dalla redazione di Superquark che ci comunica l’intenzione di realizzare un servizio per l’edizione estiva. Si concretizza così con un’operazione a suo modo “storica” e riuscitissima grazie specialmente al contributo decisivo offerto da numerosi speleologi provenienti anche da altri gruppi, in particolare da 4 esperti tecnici del Soccorso Speleologico, gli unici in grado di realizzarla compiutamente sotto il profilo tecnico.
La troupe (4 persone in tutto) viene calata fino a circa 130 metri di profondità, fino alla base di Fonteno Beach, il primo grande salone sotterraneo: un ampio pozzo alto 55 metri con cascata che alimenta un bel lago alla sua base. Il tutto richiede un grande impegno e sforzo organizzativo non solo nella giornata in questione, ma anche nelle settimane precedenti per la realizzazione di ancoraggi ad hoc, l’acquisto di materiale specifico, riunioni dedicate, ecc.
Nei giorni successivi ci si dedicherà alle riprese esterne con drone ed al coordinamento della “macchina” mediatica. Il servizio, nel suo piccolo, farà storia. Al punto tale da convincere la redazione e lo stesso Piero Angela ad inserirlo come primo servizio nella puntata inaugurale della stagione estiva. I complimenti si sprecheranno. Ne deriveranno ancora articoli su Eco di Bergamo e Giornale di Brescia, interviste e chi più ne ha più ne metta. Un picco di visibilità a livello nazionale mai raggiunto prima, soprattutto in una cornice così prestigiosa e condotta da un autentico nume tutelare della divulgazione scientifica in Italia come Piero Angela.
Soprattutto, questa fu la prova plastica che le scelte adottate dal 2017 in avanti furono più che mai corrette e lungimiranti: questo era solo uno dei primi frutti di quanto seminato nei mesi precedenti. Senza il supporto delle altre realtà speleologiche non sarebbe stato assolutamente possibile realizzare questa piccola-grande impresa, o quantomeno non a questi livelli. Passata la buriana si ritorna alla normalità, ulteriormente ringalluzziti da questa splendida esperienza.
L’OPERAZIONE CARONTE
Siamo ormai al 2019-2020. Continuano i riarmi e le esplorazioni e arriviamo a Gennaio 2020 e all’ “Operazione Caronte”, altra bellissima esperienza che ci vedrà nuovamente sulla cresta dell’onda sotto il profilo mediatico (ma non solo). Viene organizzata una traversata con canotto in una galleria allagata del fondo, accompagnati da due noti professionisti documentaristi e speleologi sardi. Due amici in realtà, che avevano già collaborato con Progetto Sebino addirittura nel 2009. Le immagini confluiranno in un documentario che verrà commercializzato in mezza Europa (Italia compresa), tradotto in varie lingue, dedicato al Lago d’Iseo. A Progetto Sebino sono dedicati pochi minuti, ma di grande qualità. Le immagini mozzafiato dei due documentaristi, ingaggiati dalla produzione, incantano: ed eccoci nuovamente nel vortice di interviste su Eco di Bergamo, Giornale di Brescia, portali in rete ed emittenti radiofoniche. A conti fatti un’altra operazione riuscitissima, utile e divertente anche se, pensiamo, di questo passo servirà un addetto stampa!!!
IL COVID: LE RICERCHE IN ESTERNA, GLI SCAVI E LE DISOSTRUZIONI IN CERCA DI NUOVI INGRESSI NELLA VALLE DI FONTENO
Proprio sul più bello, con la macchina di Progetto Sebino ormai super avviata, la Provincia di Bergamo ed il mondo intero vengono travolti dal Covid. Dopo lo smarrimento iniziale, non rimaniamo certo con le mani in mano.
Compatibilmente con le restrizioni Covid, appena concluso il lockdown totale a Maggio, decidiamo di investire il tempo con attività a basso rischio e coinvolgenti al massimo due persone. In caso di incidente in grotta, infatti, la poderosa macchina del soccorso, con squadre anche di decine di tecnici, non sarebbe in grado di operare rispettando le normative e quindi esponendo al rischio di contagio i soccorritori stessi. Tra l’altro, in caso di incidente vengono sempre coinvolti dei medici speleologi e tutti sappiamo quanto operatori sanitari e medici fossero indispensabili nelle corsie di ospedali e pronto soccorso. Si decide quindi di rivisitare buona parte delle grotte nella Valle di Fonteno che possano potenzialmente costituire dei nuovi accessi al sistema di grotte. Stiamo quindi parlando di attività di scavo/disostruzione o di ricerche esterne, talvolta coinvolgenti anche l’area di Grone. Tale attività si rivela molto utile, con significativi progressi nelle esplorazioni di un paio di grotte note da tempo e molto interessanti (“Piastre Magique” e “Qatòr”) e con utili risposte da altre cavità. Siamo all’Ottobre 2020, l’Italia si tinge di fasce colorate e la nostra attività viene confinata nei momenti di “zona gialla”. La pandemia ha rallentato molto durante l’estate e prendiamo coraggio, così riprendono timidamente le esplorazioni anche all’interno del complesso.

NUEVA VIDA: LA SCOPERTA DI “LOCOMOTIVA”!
Decidiamo di riprendere le esplorazioni nell’Abisso Nueva Vida, in particolare proseguendo una esplorazione, interrotta 6/7 anni prima, di una via in risalita dalla “Sala dei Tre Fiumi” a circa 100 metri di profondità dalla quota ingresso. Da una bella sala risaliamo una bella verticale ed accediamo così ad un nuovo sotto-settore di grotta, un nuovo dedalo di gallerie che prenderà il nome di “Locomotiva”: il nome deriva dal rumore che produce il gorgoglio dell’acqua in un punto specifico, simile a quello tipico di un treno. In due prime esplorazioni esploriamo oltre 700 metri di nuove gallerie attive ma a stupire ancora una volta è l’elevato numero di diramazioni e possibili prosecuzioni che incrociamo lungo il nostro cammino, tutte da sondare. Purtroppo, nemmeno il tempo di gioire che la recrudescenza della pandemia ci blocca nuovamente nel vortice delle zone colorate.
LA NUOVA SEDE A GRONE:
PROGETTO SEBINO E SEBYNICA SEMPRE INSIEME!
Nel frattempo cogliamo anche i frutti di quanto seminato con anni di collaborazione attiva con il Comune di Grone (su tutte la bella esperienza con i ritrovamenti archeologici di vasi dell’Età del Bronzo Antico in una cavità), autentica “seconda casa” dopo Fonteno di Progetto Sebino. Siamo infatti sprovvisti di una sede ufficiale: dopo aver lasciato, sempre nel 2017, la sede presso la Riserva Naturale Valle del Freddo, ci siamo organizzati con sistemazioni di fortuna e provvisorie. La nuova amministrazione comunale ci comunica di una serie di alternative relativamente a possibili sedi in cui stabilirci. Dopo una serie di incontri, valutazioni e sopralluoghi, viene individuato il posto giusto, in centro al paese, a 200 metri dal Municipio. Viene formalizzato il tutto, traslochiamo a fine 2020. La struttura è ideale per i nostri scopi, con spazi adeguati ed anche un bel locale ad uso magazzino. Chiaramente gli ambienti vanno arredati, puliti, riordinati e, perché no, decidiamo per una bella imbiancatura. Siamo finalmente pronti per sistemarci per bene nella nostra nuova “casa” quando purtroppo le zone colorate si frappongono tra noi e le nostre velleità, rallentandoci ancora una volta.
In un modo o nell’altro ci si è potuti comunque dedicare, prestando attenzione, alla sistemazione della sede, attività che nulla ha a che fare con la speleologia ma comunque necessaria e che si è rivelata piuttosto impegnativa. Il risultato ci soddisfa appieno, ne valeva la pena: un bel magazzino, spazi anche funzionali al lavaggio delle attrezzature e finalmente tante ampie pareti che possono valorizzare i numerosi poster realizzati negli anni!
La sede di entrambe le associazioni viene quindi spostata a Grone ed ora è luogo di riunioni e incontri e di momenti di convivialità.
Per il resto tutte le attività, esplorative e non, proseguono a singhiozzo fino alla Primavera 2021 sempre per via delle restrizioni legate alla pandemia.

LA PRIMAVERA 2021 ED IL GRANDE FERMENTO ESPLORATIVO
Primavera 2021. Da un punto di vista esplorativo la cosa più sensata sul momento è dedicarsi al nuovo settore di grotta scoperto, ovvero il già citato “Locomotiva”, un nuovo Eldorado sotterraneo in cui possono sbizzarrirsi i nuovi agguerriti soci che nel frattempo si sono avvicinati alla nostra realtà, famelici di esplorazione nel gigantesco complesso, in un settore “nuovo di pacca” dove poter lasciare indelebilmente il proprio segno. Con grande entusiasmo, determinazione, passione genuina e capacità tecniche non indifferenti fanno da autentici trascinatori, apportando nuova linfa vitale a tutto il sodalizio e facendo anche da catalizzatori nei confronti di speleo provenienti da altri gruppi.
E così, in un continuo avvicendarsi di squadre, settimana dopo settimana il nuovo settore cresce, regalando sorprese per certi versi inaspettate, con ambienti quasi sempre attivi, talvolta di dimensioni tutt’altro che confortevoli ma non mancano certo gallerie, forre e vasche con volumetrie decisamente più abituali per il grande universo sotterraneo del Sebino Occidentale. In pieno spirito ludico e goliardico, tipicamente speleo, gli ambienti vengono battezzati dagli esploratori con nomi assurdi e irricevibili come “Greco-Pirelli”, “Galaxy Express”, “Milano-Carugate”, “Tender”, “Zara” e compagnia ferroviaria. Mai prendersi troppo sul serio.
La ragnatela si espande nella pancia delle montagne della Valle di Fonteno conducendoci sempre di più, come previsto, verso nord/nord-ovest, verso una delle zone della valle di Fonteno più ricca di fenomeni carsici, un autentico gruviera di buchi, fessure, pozzi e spaccature, quasi sempre percorsi da flussi d’aria talvolta davvero notevoli. In pratica ci spostiamo sempre più “minacciosamente” verso alcuni potenziali ingressi noti da tempo (tra cui proprio quelli in cui avevamo lavorato maggiormente nel 2020 e la prima parte del 2021), nella speranza di “intercettarne” qualcuno cosa che, puntualmente, accade (per ben 2 volte). Due lunghe forre conducono infatti sotto di essi, il rilievo sovrapposto su ortofoto non mente e alcuni semplici calcoli sulla profondità suggeriscono che sono davvero pochi i metri di diaframma: volendo insistere, delle operazioni di scavo consentirebbero di aprire un terzo ed un quarto ingresso del sistema carsico.
“Locomotiva”, le cui esplorazioni sono ad oggi praticamente concluse, si rivela essere “tanta roba”, con quasi 2 km di nuovi ambienti, un aumento del dislivello positivo complessivo di circa 80 metri, due nuovi ingressi virtuali. A conti fatti, con queste scoperte il complesso supera i 34 km di sviluppo. Ormai la soglia psicologica dei 35 è decisamente vicina e raggiungibile, quella successiva saranno i 40 km e poi, con impegno e fortuna, forse potremo ambire a raggiungere i 50 km, ovvero la metà del totale richiamato dal progetto sponsorizzato da Uniacque. Per i successivi 50, largo ai giovani!
Ecco perché il 2021 verrà ricordato nelle cronache dell’associazione come l’anno di intensa ripresa delle esplorazioni. L’anno della conferma della bontà di certe scelte, attuate nel 2017. Va detto che l’inizio del 2022 fa decisamente ben sperare, con la ripresa delle attività in altre diramazioni piuttosto promettenti, alcune ferme da quasi 10 anni, altre dal periodo pre-pandemia. Continua il bel fermento.
Ma le attività nel 2021 non si sono limitate a questo.
L’AREA DI GRONE: LO SVUOTAMENTO DELLA “SALVARIZZA”
Sul fronte esplorativo, per quanto riguarda l’area di Grone, riusciamo a trovare anche il tempo per un vero e proprio lavoraccio: lo svuotamento di una storica grotta, la “Salvarizza” (il nome deriva dal toponimo della località), da una considerevole quantità di rifiuti di ogni tipo.
La grotta è oggetto delle nostre attenzioni da oltre un decennio: è ubicata in una posizione molto interessante, a una quota ottimale, presenta morfologie ampie e interessanti e con un lieve flusso d’aria.
Il problema sono proprio i rifiuti: ferro, batterie esauste, fil di ferro, taniche, vetri. Di tutto e di più. Ma ora, visto il rapporto consolidato e formalizzato con il Comune di Grone, ci sono le condizioni per tentare lo svuotamento. A seguire, si potrà pensare all’esplorazione vera e propria. L’amministrazione si attiva per farci avere l’accesso ad uno sterrato privato che conduce fino ad una cascina nei pressi della cavità. Il proprietario del terreno concede volentieri il permesso per una attività così utile a sfondo ambientale autorizzandoci a posare i 40/45 sacchi di rifiuti raccolti nei pressi della sua cascina. Sarà lo stesso proprietario, in accordo con la protezione civile di Grone, ad occuparsi del trasporto degli stessi alla piattaforma ecologica munito di trattore. Il lavoro si rivelerà un’autentica faticaccia ma riesce pienamente e, in 3 giornate con 2/3 persone, riusciamo nell’impresa di ripulire la cavità iniziando anche lo scavo sul fondo. Chissà!

PROGETTO SEBINO E SEBYNICA:
ATTIVITÀ PREVISTE PROGETTO “100 KM DI ABISSI”
Per quanto riguarda le attività di ricerca scientifica connesse al progetto “100 km di Abissi” la primavera ci vedrà impegnati in nuove operazioni di tracciamento interno (per verificare il collegamento tra loro di corsi d’acqua interni al complesso) e di nuove operazioni di tracciamento “esterno”. Anche qui è opportuno fare un po’ di chiarezza.
Nel 2011 Progetto Sebino potè disporre di un piccolo budget, messo a disposizione da Regione Lombardia e per tramite della Federazione
Speleologica Lombarda, con cui venne effettuato un test di tracciamento coinvolgente 5 possibili recapiti posti ai confini dell’area carsica. I risultati si rivelarono molto utili, con l’accertato collegamento delle acque del complesso con la sorgente Milesi di Tavernola Bergamasca (captata da Uniacque), mentre in altre sorgenti l’esito si rivelò dubbio.
Nel 2017-2018, grazie ai fondi messi a disposizione da Società Uniacque nell’ambito del progetto “100 km di Abissi”, venne condotto un primo approfondito monitoraggio relativo alla portata di 2 tra i più significativi corsi d’acqua interni e fu possibile effettuare un nuovo tracciamento, volutamente limitato alle sole sorgenti Milesi e Acquasparsa di Grone (a volte è necessario restringere il campo per essere sempre più analitici), dal quale derivarono la conferma ulteriore del collegamento idrologico con Tavernola Bergamasca ma soprattutto la clamorosa connessione con la sorgente Acquasparsa di Grone, di cui si è già ampiamente detto e scritto nel recente passato. Ora, con le esperienze e le competenze maturate nel 2017-2018 e grazie all’acquisto di nuova strumentazione (nello specifico di uno spettrofluorimetro, di una stazione pluviometrica e di misuratori di pressione) potremo aumentare significativamente anche la “qualità” e quantità dei dati che andremo a raccogliere. Entro il 2025 l’obiettivo è di misurare la portata in continuo di tutti i corsi d’acqua interni e delle principali sorgenti, di accertare i collegamenti interni tra i corsi d’acqua e di verificare nuovamente quelli potenziali con le sorgenti poste ai confini dell’area carsica, prendendo in considerazione non solo i recapiti esaminati nel 2011 e nel 2017-2018 ma anche sorgenti mai studiate prima, come quelle di Monasterolo del Castello.
Lo scopo, lo ricordo, è raggiungere col tempo una adeguata caratterizzazione del comportamento idrologico dei corsi d’acqua interni e delle sorgenti che risulteranno collegate, grazie alla partnership attivata con l’Università di Pavia. Inevitabilmente le indagini si stanno facendo sempre più dettagliate e analitiche.
Quanto appena descritto è utile anche per far comprendere quanto la speleologia, oltre ad essere una disciplina molto divertente per noi appassionati ed una suggestione per i non addetti ai lavori (spesso attratti da notizie sicuramente curiose ma ancora più spesso tristemente autoreferenziali e sensazionalistiche), possa essere di fatto un’utile e spesso “esclusiva” opportunità di implementare le conoscenze scientifiche (in special modo geologiche ma non solo) riguardanti un’area carsica, ponendosi in una posizione di totale trasversalità rispetto ad altre discipline considerate più “nobili”.
Grande merito va riconosciuto a Società Uniacque ed al Club Lions Valcalepio e Val Cavallina che hanno compreso tempestivamente come
fosse necessario porsi nei confronti dell’attività degli speleologi senza pregiudizio e, anzi, con sguardo evoluto comprendendone i potenziali risvolti di natura sociale e ambientale per gli anni a venire. Per concludere, purtroppo l’eccezionale siccità invernale ci sta portando a rivalutare il nostro programma: effettuare operazioni di tracciamento e monitoraggio in un contesto così anomalo e, appunto, eccezionale, potrebbe dare risultati fuorvianti. Inoltre da circa un paio di mesi stiamo provando ad acquistare la strumentazione necessaria che però, purtroppo, continua ad essere indisponibile. Probabili conseguenze produttive post-Covid, verosimilmente aggravate dal recente scoppio della guerra in Ucraina. Faremo il possibile per recuperare il necessario quanto prima per assicurarci la possibilità, come minimo, di effettuare le attività previste in autunno.
Nell’ambito di questo progetto Sebynica si occupa di tutta la parte scientifica, del coordinamento generale ed amministrativo, degli acquisti, della divulgazione e del contatto con enti e Università di Pavia. Progetto Sebino si occupa di tutta la parte operativa sotterranea, di fatto declinando e rendendo possibile lo svolgimento concreto delle attività.
In programma e di prossima installazione anche il secondo campo base interno, sui fondi dell’Abisso Nueva Vida: il primo era stato battezzato “Campo Lions”, si apre il toto-nome (e si accettano proposte) per il secondo (“Campo Uniacque”)?
SEBYNICA
Una doverosa carrellata anche per quanto riguarda gli sviluppi nelle progettualità esclusive di Sebynica.
Va premesso che, con lo scoppio del Covid, si è bruscamente interrotta ogni forma di attività didattica o iniziative con le scuole.
Eventi, conferenze, escursionismo, accompagnamenti: tutto fermo!
Salvo qualche sporadico progetto didattico, solo dallo scorso autunno 2021 qualcosa ha ricominciato a muoversi.
Altro aspetto, oltre alla pandemia, che ha di fatto bloccato un po’ alcune delle principali attività dell’Associazione Sebynica è attribuibile ad alcuni aspetti interni a Società Uniacque. Si sono infatti verificati alcuni cambiamenti, tutti insieme, che hanno letteralmente stravolto il precedente assetto: cambio del CDA e del Presidente, con introduzione della figura dell’Amministratore Delegato. Decisione di dimezzare (!!!) prima e terziarizzare poi l’attività di comunicazione e relazioni esterne (dal cui budget Uniacque attingeva per finanziare le nostre iniziative) ad una Società esterna (la Moma Comunicazioni).
Il pensionamento di due dei nostri principali storici referenti interni (oltre al Presidente Paolo Franco).
In pratica…tutto da rifare o quasi!!!
Per fortuna la qualità del lavoro svolto in anni di positiva collaborazione ci ha accreditati e indirettamente salvaguardati. Sicuramente anche la fortuita contingenza che il nuovo Presidente, Luca Serughetti, è una persona con cui ci sono rapporti personali ottimi, in virtù di precedenti collaborazioni quando era Sindaco del Comune di Bolgare. Non ultimo, la sorella di Luca Serughetti ha per anni collaborato con Sebynica, fin da tempi non sospetti, come qualificata guida ambientale-escursionistica ed operatrice didattica!Insomma, sicuramente abbiamo un ottimo biglietto da visita… Nella tempesta si scorgono quindi alcuni raggi di sole che, con molto tempo e pazienza, consentono all’associazione di ricostruire parte del contesto precedente, ritessendo nuovi rapporti personali con nuovi referenti in Uniacque, garantendo piano piano la continuità necessaria, con priorità massima per il “100 km di Abissi” ovviamente.
E’ quindi notizia di queste settimane la ripresa del progetto “Acquae Ductus Bergomensis”, cominciato nell’autunno 2019 con grande successo e prematuramente interrottosi per via del Covid. Esso prevede accompagnamenti in Bergamo Alta con scolaresche lungo il tragitto (in superficie) dell’antico Acquedotto Magistrale. Si conclude con la visita al funzionante e bellissimo serbatoio di Sant’Agostino. Tramite la Moma Comunicazioni, Uniacque sostiene economicamente l’iniziativa (co-ideata con Uniacque nel 2019 e coordinata con Moma ora). Sono previsti alcuni accompagnamenti alla Buca del Corno ed alla Valle del Freddo per questa estate. Sono proseguite nell’ultimo biennio le esplorazioni nella splendida “Grotta delle Falene”, nell’ambito delle ricerche speleologiche nel comprensorio del Monte Altissimo in Valle Camonica (Comuni di Borno, Angolo Terme, Darfo Boario Terme).
Anche in questo caso il ritmo delle esplorazioni ha subìto numerosi stop per via della pandemia, aggravati dal fatto che le attività esplorative possono essere condotte solo dalla Primavera in avanti fino all’autunno: sono di fatto da escludere i mesi da Dicembre fino ad Aprile. Il Comune di Borno infatti mette a disposizione dell’associazione un locale nei pressi del rifugio in cresta al massiccio, una sorta di campo base, dove gli speleologi possono pernottare e rifocillarsi consentendo permanenze ed esplorazioni strutturate sempre su due giorni. Questo al di fuori della stagione sciistica quando tutta la struttura è dedicata all’accoglienza dei numerosi sciatori e turisti.

La grotta è meravigliosa e, anche se al momento non è stato ancora possibile tentare lo scavo sul fondo del grande salone “Euphorìa”, dove verosimilmente si trova la prosecuzione, ci si è dedicati all’esplorazione di quasi tutti gli ambienti in risalita, ovvero grandi camini ascendenti accessibili da ampie e scenografiche finestre visibili sulla volta. Non sono mancate le sorprese, come quando risalendone uno per circa 40 metri, si è arrivati a pochi metri dalla superficie. La conferma, oltre che dalla topografia, è arrivata anche dalla presenza di una radice di una pianta proprio in cima alla verticale in esplorazione.
Questa circostanza, unitamente alla bellezza della cavità, al suo scenografico ingresso ed al posizionamento strategico sotto il profilo logistico (l’accesso è raggiungibile con calata poche decine di metri sotto al rifugio), in un luogo con vocazione storicamente turistica ha stimolato presso gli enti finanziatori del progetto “Monte Altissimo” la suggestione di possibili fruizioni turistiche della grotta.
Da questo punto di vista i Lions Valle Camonica sembrano essere i più convinti sostenitori assieme al Comune di Darfo Boario Terme. Già questa estate potrebbero esserci novità in tal senso…
La Grotta delle Falene comunque misura già oltre 350 metri, quindi uno sviluppo significativo in assoluto, ancor più significativo se si considera che ad oggi è l’unico fenomeno carsico di un qualche rilievo scoperto sul Monte Altissimo.
Per quanto riguarda il progetto “ValcavallinUnderground” ci sono stati grossi sviluppi e, compatibilmente con il sostegno economico degli enti che ancora non hanno garantito il loro impegno, per questa estate le due grotte oggetto di valorizzazione ovvero la “D12” e la grotta del “Bosco Faeto” saranno fruibili per comitive e scolaresche.
Il progetto, molto ambizioso, si prefigge di promuovere una forma di escursionismo speleologico molto avventuroso e a rischio zero, consentendo di accedere a due belle cavità non turistiche anche ai non addetti ai lavori. Tra le varie proposte, quella di pacchetti anche della durata di 2-3 giorni, con pernottamento presso il Palazzetto dello Sport dei Colli di San Fermo, recentemente acquistato dall’amministrazione comunale, con laboratori didattici presso la struttura, presentazione di video e powerpoint, visita alla Buca del Corno, alla D12 e al Bosco Faeto, camminate rigeneranti nei boschi con discesa finale dai Colli di San Fermo lungo la Valle Torrezzo, in una natura incontaminata, fino all’abitato di Monasterolo del Castello.
Questo mix esplosivo di adrenalina e avventura, fatti di buio, sporco, fango e grandi camminate, nasconde non solo la volontà di far vivere e comprendere il carsismo locale quale fenomeno caratterizzante della Valle Cavallina e dell’Alto Sebino ma anche (soprattutto?) quale antidoto al preoccupante e dilagante fenomeno del bullismo nelle scuole.
Particolarmente indovinata l’idea progettuale relativa alla grotta del Bosco Faeto, con strutture metalliche permanenti ma semi invisibili a cui verrà applicata una scaletta di corda alla marinara solo quando necessario ovvero in occasione di un’escursione. Un’idea innovativa e pratica che azzera il rischio di utilizzi incauti di strutture fisse in nostra assenza (siamo in un bosco fuori dal paese!) e praticamente anche l’impatto estetico, pressoché nullo.
I lavori, svolti da un fabbro professionista socio di Sebynica, sono stati molto molto faticosi e impegnativi ma il risultato ci soddisfa appieno!
In Estate ci dedicheremo alla promozione di questa iniziativa e, salvo imprevisti, è in programma una giornata inaugurale la cui data sarà comunicata più avanti. Per l’anno prossimo sono inoltre previsti altri nuovi progetti da realizzarsi in concerto con il Comune di Grone.

CONCLUSIONI E RINGRAZIAMENTI
Speriamo che il 2022 continui a regalarci emozioni da tutti i punti di vista: esplorazione, indagini scientifiche e divulgazione. Ora i rapporti con l’ambiente sono ottimi, con gli enti le collaborazioni si sono persino rafforzate, abbiamo una bella sede, il gruppo è aumentato di numero e regna una grande armonia e democrazia. Abbiamo seminato tantissimo, confidiamo in un grande raccolto!
E’ doveroso ringraziare tutti i gruppi che in maniera più o meno continuativa forniscono un valido supporto alle attività dell’associazione, cominciando con lo Speleo CAI Lovere. Esso è uno dei due gruppi fondatori rimasti (assieme al GS Valle Imagna-CAI) ed ha sempre costituito un autentico bacino di nuovi appassionati pronti ad entrare tra le fila di Progetto Sebino. E’ anche grazie ad alcuni di questi nuovi scatenati soci che la “rivoluzione” immaginata nel 2017 ha potuto trovare pieno compimento.
Impossibile poi non citare il GSB Le Nottole, lo Speleo Club Orobico e il GS Valseriana Talpe. Tutti hanno mostrato genuina passione e coinvolgimento nell’universo di Progetto Sebino. Sono nate amicizie, simpatie, collaborazioni trasversali anche in altre aree carsiche. Bene così.
Per concludere ci teniamo a ringraziare gli enti che principalmente e storicamente ci supportano, tecnicamente, amministrativamente e/o economicamente. Non sono semplici sviolinate, la nostra riconoscenza è sincera perché il supporto è sempre stato molto concreto e non solo a parole. Uniacque, con le sue ingenti risorse, ha reso possibile un autentico salto di qualità per l’associazione. Prima era “solo” esplorazione pura o quasi, ora ad essa si sono affiancate serie attività di indagine scientifica, con strumentazioni adeguate ed in un contesto istituzionale ottimale. E’assai prestigioso per noi poter dire che siamo supportati dal gestore del servizio idrico provinciale. Significa implicitamente attribuire alle nostre ricerche una valenza di tipo sociale.
Un grandissimo grazie al sempre presente Comune di Fonteno, praticamente casa nostra. Un’amministrazione sempre molto vicina ed empatica, senza essere mai ingombrante o rivendicando alcunchè. Puro sostegno istituzionale nell’interesse del territorio, senza sensazionalismi, personalismi, opportunismi o strumentalizzazione politiche.
Uno speciale grazie al Lions Club Valcalepio e Valle Cavallina, una realtà che ha instancabilmente sostenuto a livello economico e politico ogni nostra iniziativa, fornendoci un aiuto fondamentale in tutti i sensi. Tanto per dare l’idea, l’altisonante nome del progetto “100 km di Abissi” arriva da una loro felice intuizione. Non solo! Forse al progetto stesso non saremmo mai nemmeno arrivati senza il loro continuo tentativo di sensibilizzare a livello politico e mediatico gli enti sul fascino e importanza che riveste la nostra attività. Tra questi enti c’è sempre stata Uniacque…il resto è storia.
Per concludere il Comune di Grone, con il quale c’è sempre stato un ottimo rapporto di collaborazione e sostegno che è andato via via intensificandosi negli anni, al punto che ora siamo arrivati ad avere la sede a poche decine di metri dal Municipio. Un altro tassello fondamentale per consentirci di procedere con la necessaria continuità. L’elenco sarebbe lungo, non ce ne voglia chi per ragioni di spazio non può essere citato.